Scoprire Vercelli in un giorno, cosa vedere e cosa mangiare

Scoprire Vercelli in un giorno, cosa vedere e cosa mangiare

Capitale europea del riso, Città delle 8 ore e Città dei 7 scudetti, in una sola parola: Vercelli. Una città con un ricco patrimonio artistico e culturale, dove si mangia bene e si può trascorrere una piacevole giornata.

Circondata da risaie, Vercelli è da sempre un importante centro agricolo e commerciale, principalmente per quanto riguarda il commercio del riso in tutta Europa. Qui si trova inoltre la CRA-RIS già Stazione sperimentale di Risicoltura e delle Coltivazioni irrigue e la Borsa azionaria del Riso più importante d’Italia. Per tutto questo Vercelli non poteva non meritarsi il soprannome di capitale europea del riso.

Sempre inerente al riso nasce il soprannome di città delle 8 ore, è infatti a Vercelli che si raggiunse il traguardo delle 8 ore lavorative, fissando un limite che viene rispettato ancora oggi: dopo diversi scioperi (come quello famoso del 1° giugno 1906) e agitazioni, chi lavorava alla monda del riso ottenne la riduzione dell’orario di lavoro a 8 ore giornaliere. Questa conquista venne poi sancita per legge nel 1919, ma a Vercelli e zone limitrofe c’erano arrivati già da oltre dieci anni.

L’appellativo di città dei 7 scudetti, risale invece al periodo in cui le bianche casacche della Pro Vercelli dominavano il calcio italiano, conquistando ben 7 scudetti tra il 1908 e il 1922. La squadra era talmente forte che in un’occasione la nazionale italiana schierò 9 calciatori vercellesi su 11. Si deve tra l’altro al mitico capitano di quella Pro, Guido Ara, il detto “il calcio non è uno sport per signorine”, coniato per giustificare lo stile particolarmente energico del team piemontese.

Vercelli è tutto questo e molto altro, se dovessi scegliere degli aggettivi per descrivere Vercelli userei: ordinata, precisa, sobria e composta. Ma anche sorprendente: è piuttosto diffusa l’idea che in città non ci sia nulla da vedere, ma non è affatto così!

Prima partire facciamo un piccolo riassunto del nostro tour:

  • Colazione
    • Pasticceria Taverna & Tarnuzzer
    • Bistrot
  • Piazza Cavour
  • Centro storico
  • Antico Broletto
  • Sinagoga
  • Castello Visconteo
  • Museo della Farmacia Picciòla
  • ARCA
  • Targa nel Comune
  • Il centro storico di Vercelli tra torri e palazzi
  • Basilica di Sant’Andrea
  • Pranzo
    • Vecchia Brenta
    • Gelateria artigianale L’Angolo del Gusto
  • La Cattedrale Metropolitana di Sant’Eusebio
  • Chiesa di San Cristoforo
  • Museo Borgogna

Dove fare colazione

Le alternative sono tante ma fra le più amate troviamo la Pasticceria Taverna & Tarnuzzer ed il Bistrot.

La prima è la storica pasticceria Taverna & Tarnuzzer, nella centralissima piazza Cavour, che da 130 anni delizia il palato dei vercellesi. Se è bel tempo, aggiudicatevi un tavolino nel piccolo dehor fuori così, mentre sorseggiate un buon caffè e mangiate una monoporzione di torta tartufata (specialità di Vercelli) e/o qualcuno degli eccezionali amaretti della casa, potete cominciare ad ammirare la bellezza della piazza e pensare che, tutto sommato, non è stata una brutta scelta quella di venire a Vercelli.

La seconda è il Bar Pasticceria Bistrot dove a parere di molti producono le migliori brioches mai provate.

Piazza Cavour

Sorta sul luogo dove forse un tempo sorgeva l’antico foro romano, oggi rappresenta il cuore e il salotto buono della città. È intitolata a quel Camillo Benso che tanto ha fatto per dare prestigio al vercellese (a lui si deve, ad esempio, la realizzazione del Canale Cavour che ha permesso una migliore coltivazione del riso nella zona e nel Nord Italia in generale) e la sua faccia paffuta osserva i passanti nel bel mezzo della piazza dal monumento realizzato da Ercole Villa che lo vede protagonista. Lo statista è rappresentato nell’atto di esporre il suo concetto intorno all’ordinamento del Regno d’Italia. Ai suoi piedi ci sono due statue allegoriche realizzate da Giuseppe Argenti che rappresentano una l’Agricoltura, con in in mano i frutti della terra, e l’altra il Commercio, che auspica il libero mercato.

Alcuni tra gli edifici che si affacciano su piazza Maggiore -così era identificata la piazza fino al 1864- sono tra i più antichi della città e tutti sono porticati. Se osservate con attenzione, nel lato nord (quello di Taverna & Tarnuzzer per intenderci) noterete che le varie sezioni di portici sono collegate tra loro da coperture: un indizio che ci porta a pensare che questo lato della piazza fosse quello della nobiltà vercellese che poteva transitare da qui senza bagnarsi anche durante le giornate di pioggia.

Sempre sul lato nord svetta la bella Torre dell’Angelo (dovete spostarvi al centro della piazza per vederla), una delle tante torri che caratterizza lo skyline di Vercelli e che la rende una delle pochissime città turrite del Piemonte. È talmente riconoscibile che ad oggi è a tutti gli effetti uno dei simboli della città. Ci sono diverse leggende legate alla torre e al suo nome. Una, ad esempio, narra che un angelo abbia salvato una persona in procinto di cadere dalla costruzione, un’altra racconta che un angelo abbia salvato la torre stessa dal crollo in quanto le sue basi strutturali non erano molto solide. Beh, un angelo a quanto pare c’entra sempre: in qualche modo riusciamo a spiegare il nome della torre!

Un’ultima curiosità sulla piazza prima di procedere oltre: pare che un tempo qui sorgessero tre piccole chiese, una a ridosso dell’altra, che vennero “fuse” insieme in un’unica chiesa più grande che però oggi ha lasciato spazio… a una banca! Ma si intuisce lo stesso che prima al suo posto c’era dell’altro.

Il centro storico di Vercelli

Poiché gli orari di chiese e musei non sono generosissimi (alle 12, se non prima, chiude tutto), suggerisco di dedicare il resto della mattinata a gironzolare per il centro e di “smarcare” le attrazioni che si possono vedere da fuori, mentre il pomeriggio agli interni. Prima di pranzo però facciamo un salto alla basilica di Sant’Andrea, l’unica attrazione della città che fa orario continuato.

Il giro per la città è più o meno libero, vi accorgerete presto che il centro è talmente piccolo che non serve avere un itinerario ben definito da seguire né una tabella di marcia serrata. Vi segnalo soltanto quelle che sono le “cose” che bisogna fermarsi assolutamente a guardare.

L’Antico Broletto

Si trova proprio dietro piazza Cavour in piazza Palazzo Vecchio o piazza dei Pesci (qui un tempo si svolgeva il mercato ittico).
L’Antico Broletto, che tanto antico non sembra nemmeno dopo i recenti restauri, ha ospitato la sede del Comune dal 1300 fino ai primi anni dell’Ottocento, quando il Municipio venne trasferito nell’ex convento dei Barnabiti.

Dal centro della piazza si scorge la torre del Broletto (o torre di Città) che, oltre ad essere la più antica torre di Vercelli, è associata a una curiosa leggenda. Si narra che attorno alla torre volteggino le anime di personaggi vercellesi illustri passati a miglior vita, sotto forma di fiammelle blu. E se qualcuno, tra i personaggi illustri dei giorni nostri, dovesse vedere uno spazio libero nella fila di fiammelle… significherebbe che la sua ora è arrivata. Potrebbe però capitarvi di vedere qualcuno che, passando di lì col buio, si copra il volto con le mani: non prendetelo per matto, è soltanto un personaggio illustre che cerca di evitare di “vedere”!

La Sinagoga

Nella stretta via Foà, dove un tempo sorgeva il ghetto di Vercelli, c’è la sinagoga. Molto bella da vedere anche solo dall’esterno, con la sua grande facciata un po’ costretta nel vicolo, a bande bicolori in pietra arenaria bianche e azzurre abbellita da merlature e torrette con cupole a cipolla che danno un tocco più esotico. La presenza di una comunità ebraica in città è documentata da metà Quattrocento, ma è soltanto con l’emancipazione degli Ebrei sancita da Carlo Alberto nel 1848 che aumenta parecchio, tanto da richiedere la costruzione di un vero e proprio Tempio al posto del modesto edificio che la ospitava. È così che l’architetto Giuseppe Locarni progetta un grande Tempio in stile moresco in grado di ospitare oltre 600 persone, che venne inaugurato nel 1878.

Il Castello Visconteo

Altro edificio che va visto da fuori è l’imponente Castello Visconteo in piazza Amedeo IX. Edificato nel 1290 per volontà di Matteo I Visconti, divenne poi residenza sabauda, residenza del Governatore Militare e, infine, carcere e sede del Tribunale a partire dal 1838. Quest’ultima funzione la ricopre ancora.

Museo della Farmacia Picciòla

Questa chicca, situata in via Galileo Ferraris 24, è purtroppo molto difficile da riuscire a visitare e solitamente accoglie soltanto gruppi, e non anche i visitatori singoli. Io vi lascio comunque il numero di telefono 0161.251607, qualora voleste provare a chiamare e chiedere. Ci sono 6 sale espositive in cui è raccontata l’evoluzione della farmacia nel corso di 200 anni di storia. Gli oggetti esposti sono oltre 2000 tra alambicchi, mortai, pestelli e altre cose curiose che servivano per svolgere la professione farmaceutica. C’è pure un coccodrillo imbalsamato appeso alla volta del soffitto della sala adibita a laboratorio.

ARCA

Una vecchia chiesa, quella di San Marco, sconsacrata e convertita prima nel mercato coperto e successivamente in polo espositivo in cui vengono ospitate interessanti iniziative culturali, una struttura molto moderna all’interno di un edificio antico del quale si possono ancora ammirare i vecchi affreschi sulla volta: questo è ARCA. È bello il contrasto vecchio/nuovo che si crea in questo luogo, peccato che si possa visitare soltanto se ci sono delle mostre o esposizioni in corso. Si trova in piazza San Marco 1, sempre in pieno centro ma in una posizione leggermente defilata.

Targa nel comune

Ricordate quando nella introduzione vi dicevo che Vercelli è chiamata anche città delle 8 ore? Nel cortile del palazzo civico la faccenda è documentata con una lapide a ricordo delle conquiste sindacali delle Mondariso. Il 1° giugno 1906 è una data da ricordare per Vercelli, ma anche per tutta Italia!

Il centro storico di Vercelli tra torri e palazzi

Passeggiando liberamente per il centro della città noterete le tante torri a cui ho già fatto cenno prima nonché eleganti palazzi con raffinati particolari che ne abbelliscono le facciate. Tra questi, di certo degno di nota è Casa Centoris al n. 204 di corso Libertà. Lì vicino c’è il Volto dei Centori, uno stretto e fotogenico vicolo in parte coperto conosciuto anche come la Contrada degli Spazzacamini.

Basilica di Sant’Andrea

Maestosa. Questa è la prima parola che viene in mente pensando a Sant’Andrea, il monumento simbolo della città. Fondata nel 1219 e completata nel 1227 è un esempio precoce di architettura gotica italiana, ispirato a modelli cistercensi, in cui elementi romanici e gotici si fondono esemplarmente insieme.
L’ho tenuta come ultima cosa da fare prima di andare a pranzo sia per concludere la mattinata col botto ma anche perché, come accennato prima, è l’unica attrazione che fa orario continuato e che si può visitare sempre, ad eccezione di quando si svolgono le funzioni religiose.

Prima di entrare vi invito però a fare un giro tutt’intorno, tanto per farvi un’idea della grandezza. E, sempre dall’esterno, buttate anche un occhio sul dirimpettaio Salone Dugentesco, ossia l’antico spedale militare costruito più o meno negli stessi anni della basilica. Era nato come luogo di ricovero e accoglienza per viandanti e pellegrini che transitavano da Vercelli mentre percorrevano a piedi la via Francigena che, se non l’ho ancora detto, passa proprio da qui.
Infine (poi vi giuro che vi faccio entrare!) cercate di trovare la targa dedicata a un passo della Divina Commedia, collocata sul fianco dell’edificio davanti alla basilica: Vercelli è la città piemontese a cui Dante dedicò maggiore attenzione.

E adesso entrate finalmente in chiesa. L’aggettivo maestosa non viene smentito, anzi. È poco decorata, come imponevano gli standard dell’epoca, ma non dà per niente l’impressione di essere un posto spoglio.
Passate poi a visitare il delizioso chiostro da cui si intravedono il campanile e le torrette della facciata.

Dove pranzare

Uno dei ristoranti che offre cucina locale più famosi e amati della città è La Vecchia Brenta dove potrete mangiare un buon piatto di Panissa famoso piatto locale a base di riso, fagioli, salame d’la duja e cotica di maiale. Fra i vari piatti offerti dalla Vecchia Brenta consiglio anche il filetto che è davvero buono avendo anche un prezzo contenuto.

Se dopo pranzo viene una voglia di gelato a pochi passi c’è L’Angolo del Gusto una delle migliori gelaterie artigianali di Vercelli, offre anche una svariata scelta di gelati a base d’acqua per chi ha problemi con il latte e i suoi derivati (personalmente consiglio banana, noci e cioccolato).

Nel pomeriggio da visitare c’è: la Cattedrale, la chiesa di San Cristoforo e il museo Borgogna. Fatelo nell’ordine che preferite, dando solo un’occhiata preventiva all’orario delle messe per non trovarsi in chiesa proprio in quel momento.
Prima di procedere vi informo però che a Vercelli ci sono anche degli altri musei da visitare (il Museo Leone, il MAC Museo Civico Archeologico, il Museo del Tesoro del Duomo e la Biblioteca Capitolare in cui è custodito il Vercelli Book, un codice manoscritto in pergamena in lingua anglosassone antica tra i più famosi al mondo, che però viene esposto solo eccezionalmente), ma per non mettere troppa carne al fuoco e rischiare di fare tutto di fretta, ne ho selezionato soltanto uno per questo itinerario.

La Cattedrale Metropolitana di Sant’Eusebio

Il Duomo, anch’esso maestoso, è dedicato a Sant’Eusebio, primo vescovo del Piemonte e patrono della città. È il principale luogo di culto di Vercelli e sorge nei pressi del posto in cui è stato sepolto Sant’Eusebio.

Nel suo ampio e luminoso interno sono custodite diverse opere d’arte tra cui spicca il monumentale crocifisso posto davanti all’altare. Realizzato nell’anno Mille per volere del vescovo Leone, si tratta di una croce in legno ricoperta da una sottile lamina d’argento sbalzato e oro. Notate la cura con cui è stata realizzata la figura di Cristo, davvero impressionante. Il prezioso crocifisso è stato vittima di un grave atto vandalico avvenuto nell’ottobre del 1983, per fortuna dopo un lungo e laborioso restauro è stato rimesso a posto e gli è stato restituito l’antico splendore.

Chiesa di San Cristoforo

Un vero e proprio gioiellino della città è la piccola ed eccezionale chiesa di San Cristoforo. Se da fuori può non dire niente, quando si entra che lascia senza parole: non a caso è stata soprannominata la Cappella Sistina di Vercelli.
L’interno è completamente affrescato e le opere di maggior rilievo sono quelle attribuite alla mano di Gaudenzio Ferrari, uno dei maggiori esponenti dell’arte rinascimentale italiana. Il Ferrari lavorò nella chiesa di San Cristoforo dal 1529 al 1534 e anche se non è riuscito a fare tutto quello che aveva inizialmente pattuito col committente, l’insieme delle sue opere formano un qualcosa di grandioso.

Museo Borgogna

E adesso è il turno del Museo Borgogna, classificato come la seconda pinacoteca del Piemonte anche se a Vercelli ci tengono (giustamente) a ribadire che definirlo pinacoteca non è del tutto corretto poiché si tratta di una vera e propria casa museo.
La casa museo, è intitolata ad Antonio Borgogna, avvocato, facoltoso di famiglia, grande amante dell’arte e dei viaggi. Durante il corso della sua vita, che dedicò prettamente al collezionismo quando ereditò il patrimonio di famiglia, raccolse un numero impressionante di opere d’arte, che oggi possiamo vedere esposte in quella che era la sua dimora. Il museo è strutturato su tre piani e, particolarmente nelle sale al piano terra, si nota l’impostazione di casa museo e si possono ammirare degli oggetti davvero curiosi! Il resto del museo, invece, ha l’impostazione “classica” delle pinacoteche. Ci sono tantissimi quadri interessanti, quelli che mi hanno colpito di più sono uno che ritrae le mie amate isole Lofoten (soggetto che non mi era mai capitato di vedere dipinto prima di visitare il Museo Borgogna) e le mondine al lavoro nelle risaie di Morbelli, opera che ben si contestualizza nel vercellese. Se potete prendete parte a una visita guidata.

E con questo abbiamo finito il tuor di Vercelli in autonomia, abbiamo visto e assaggiato molte cose interessanti ma la città nasconde molti altri tesori, a quando il prossimo tour?

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